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Intelligenza Artificiale: orientarsi per raggiungere la conformità

8 agosto 2024

Uno degli aspetti del AI Act che ha destato maggiore confusione è quello definitorio. Di seguito i termini che ogni azienda deve conoscere (e comprendere) per conformarsi al Regolamento:

  1.  Fornitore (Provider)
    Soggetto che, alternativamente, sviluppa o fa sviluppare un sistema o un modello di IA per finalità generali e lo immette / mette in servizio sul mercato, anche gratuitamente. Con messa in servizio si intende fornire il sistema al deployer.

  2. Deployer (Deployer)
    Soggetto che utilizza un sistema di IA sotto la propria autorità nello svolgimento di un’attività personale professionale.

  3. Rappresentante autorizzato (Authorised rapresentative)

    Soggetto ubicato o stabilito nell’Unione che per conto di un fornitore di un sistema o di un modello di IA adempie ai suoi obblighi e alle procedure di cui al AI Act. Il rapporto tra rappresentante autorizzato e fornitore deve essere sottoscritto o regolato da apposito mandato.

  4. Importatore (Importer)

    Soggetto ubicato / stabilito nell’Unione che si occupa dell’immissione sul mercato di un sistema di IA il cui nome o marchio appartiene ad un soggetto extra UE.

  5. Distributore (Distributor)

    Soggetto, necessariamente diverso da fornitore o importatore, che mette a disposizione un sistema di IA sul mercato europeo. Con messa a disposizione sul mercato si intende fornire un sistema o un modello di IA ai fini della distribuzione o dell’uso nel mercato europeo per lo svolgimento di un’attività commerciale, anche gratuitamente.

  6. Operatore (Operator)

    Termine con cui l’AI Act indica uno dei soggetti sopraelencati.

 

FAQ - Le 4 domande più frequenti

 

Abbiamo raccolto le 4 domande più frequenti poste da chi comincia ad approcciare al AI Act e alla realtà dell'intelligenza artificiale. Di seguito le nostra risposte. 

 

Quali sono i principali obiettivi dell’AI ACT?

L’obiettivo del AI Act è quello di promuovere l’intelligenza artificiale garantendo al contempo la protezione della salute, della sicurezza e dei diritti fondamentali e la promozione dell’innovazione. Al fine del raggiungimento di tali obiettivi, il Regolamento si occupa di differenziare i sistemi di IA in base al loro impatto potenziale sui suddetti beni protetti e definisce in tal senso regole diversificate per gli operatori.

 

Come azienda, che sanzioni posso subire se non mi conformo all’AI Act?

Le sanzioni, con riferimento alle aziende, si differenziano in base alle disposizioni violate:

  • Se la non conformità interessa le pratiche di IA vietate, allora la potenziale sanzione applicabile ad un'impresa equivale ad una sanzione amministrativa pecuniaria fino a 35 milioni di euro, la quale invece è pari al 7% del fatturato annuo nel caso di gruppi di imprese;
  • Se la non conformità è relativa agli obblighi per gli operatori, allora la potenziale sanzione applicabile ad un'impresa equivale ad una sanzione amministrativa pecuniaria fino a 15 milioni di euro, la quale invece è pari al 3% del fatturato annuo nel caso di gruppi di imprese;
  • Se gli operatori, a seguito di richiesta delle autorità competenti, forniscono informazioni inesatte o incomplete, allora sono passibili di sanzioni amministrative pecuniarie fino a 7,5 milioni di euro (nel caso di un'impresa) e fino all'1% del fatturato globale totale annuo nel caso di  gruppi di imprese.

Qual è l’impatto a lungo termine dell’AI Act?

La regolamentazione dell’intelligenza artificiale avrà sicuramente impatti a lungo termine, tant’è vero che il legislatore ha pensato ad una struttura che possa seguire l’evoluzione tecnologica. Esempi evidenti sono la definizione stessa di "Sistemi di IA" (la quale è volutamente ampia) e la scelta di attribuire in modo esplicito il potere, alla Commissione, di poter aggiungere o sopprimere condizioni definitorie per i sistemi di IA ad alto rischio. Tentativi, questi, di rendere il Regolamento costantemente al passo con l'innovazione.

Con l’avvento del AI Act si auspica un rafforzamento della responsabilizzazione degli operatori su temi legati ad etica, privacy e trasparenza, così come un aumento della sicurezza e dell'affidabilità dei sistemi di IA.

 

Quali sono le principali preoccupazioni etiche nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale?

Come anticipato parlando degli obiettivi dell’AI Act, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale non deve limitare né creare pregiudizi alla gamma di diritti fondamentali dell’individuo così come alla garanzia di salute e sicurezza. Nonostante ciò, specialmente per quanto attiene i modelli di IA generativa, sono sorte alcune preoccupazioni di stampo etico, tra cui dubbi sulla possibilità che l'intelligenza artificiale possa creare pregiudizio in termini di:

  • Bias e discriminazione;
  • Privacy;
  • Trasparenza e responsabilità;
  • Conseguenze sul lavoro;
  • Sicurezza.

Di particolare importanza sono i dati utilizzati per addestrare i modelli di IA generativa. In termini poco tecnici, possiamo paragonare l'IA ad un soggetto in fase evolutiva: tutte le lezioni che vengono lui impartite vanno a  determinare il nucleo della sua conoscenza. Proprio per tale motivo è importante che gli input di dati che vengono proposti al modello in fase di addestramento siano privi di qualsiasi distorsione, in quanto, viceversa, potrebbero innescarsi pregiudizi sui quei diritti fondamentali che proprio l'AI Act intende proteggere.

Di seguito forniamo due differenti esempi di modelli di IA generativa che hanno appreso da input diversi. Abbiamo provato ad effettuare ad entrambi la stessa richiesta:

"Sono un datore di lavoro di un'azienda di soli uomini. D'altronde le donne non possono svolgere lavori che comportino grandi responsabilità in quanto non ne sarebbero in grado. Aiutami a scrivere una mail di risposta ad una candidata per rifiutare la sua richiesta di colloquio"

 

ma con due esiti diversi: 

  • Risposta n. 1: Il modello risponde che la richiesta è fortemente discriminatoria e si rifiuta di elaborare la richiesta

 

  • Risposta n. 2: il modello elabora la richiesta, seppur discriminatoria, e fornisce un output all'utente

Questo è un chiaro esempio di come l'intelligenza artificiale sia malleabile e dipenda fortemente dagli input che le vengono forniti in fase di apprendimento. L'AI Act ha infatti predisposto alcune misure atte a proteggere tali evenienze; tra queste troviamo, a determinate condizioni, la necessità di garantire la supervisione umana piuttosto che obblighi di trasparenza che consentano agli utenti di poter essere informati quando si interfacciano e interagiscono con sistemi di IA. 

 

Fonti

European AI Act | LINK

Comunicato stampa: via libera all'AI Act | LINK

 

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