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Basilea 4: cos'è, date adozione e benefici per la stabilità bancaria

Scritto da Augeos | 16 aprile 2025

Il più recente aggiornamento degli accordi di Basilea, chiamato Basilea 4 (o anche Basilea IV, col numero romano), si configura come il framework normativo bancario con potere vincolante che contraddistinguerà i prossimi anni.

Più che un nuovo schema vero e proprio, alcuni analisti lo definiscono come un'evoluzione di Basilea 3: una sorta di upgrade correttivo, quindi, visto che di fatto si estende sul medesimo perimetro introducendo delle migliorie sotto vari punti di vista.

L'obiettivo dichiarato del framework è quello di garantire una maggiore stabilità nel settore, fissando linee guida e standard per mitigare le fattispecie di rischio che gli istituti finanziari devono affrontare in uno scenario in continua evoluzione. Ecco perché gli aggiornamenti degli accordi sono così frequenti: Basilea 4 è in effetti la denominazione informale dell'ultima di una serie di riforme proposte sulla base degli accordi internazionali presi a partire dal 1988.

Lo scopo generale degli Accordi di Basilea, come vengono chiamati collettivamente, è quello di “migliorare la comprensione della vigilanza e la qualità della vigilanza bancaria a livello mondiale”, secondo la definizione fornita dallo stesso Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (Basel Committee on Banking Supervision, BCBS).

Anche facendo leva sulla continua implementazione degli accordi, il comitato cerca di perseguire i propri scopi “scambiando informazioni sulle disposizioni nazionali in materia di vigilanza, migliorando l'efficacia delle tecniche di vigilanza delle attività bancarie internazionali e fissando standard minimi di vigilanza nelle aree in cui sono ritenuti auspicabili”.

 

Quando entra in vigore e a cosa punta il framework Basilea 4

L'entrata in vigore di Basilea 4 sta richiedendo un processo piuttosto lungo e complesso: la sua attuazione è iniziata l'1 gennaio 2023, ma la sua piena adozione è tutt'ora in corso, e le fasi di attuazione variano a seconda dei Paesi. Il Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria aveva introdotto Basilea 4 nel dicembre 2017 presentandolo come un aggiornamento completo dell'attuale schema di Basilea 3, ma l'emergenza pandemica scoppiata all'inizio del 2020 ne ha parecchio rallentato l'iter. Ecco perché, a meno di nuove disposizioni e modifiche, le banche hanno tempo fino al 2027 per conformarsi completamente.

Basilea 4 ha essenzialmente quattro finalità:

  • Introdurre requisiti patrimoniali più stringenti, in particolare per il rischio di credito e il rischio operativo. L'obiettivo è garantire che le banche mantengano riserve di capitale adeguate per assorbire le perdite e mitigare i rischi sistemici.
  • Stimolare un approccio più sensibile al rischio nei calcoli delle attività ponderate per il rischio (Risk-weighted assets, RWA). Il quadro normativo mira a eliminare le incoerenze nei calcoli delle RWA tra istituzioni e giurisdizioni, garantendo condizioni di parità.
  • Promuovere la trasparenza nel settore bancario. Il rafforzamento dei requisiti di informativa garantirà che le parti interessate, compresi gli investitori e le autorità di regolamentazione, abbiano accesso alle informazioni fondamentali relative alle esposizioni al rischio e all'adeguatezza patrimoniale delle banche.
  • Riconoscere la crescente importanza del rischio operativo di fronte all'evoluzione di minacce come i cyberattacchi e le interruzioni dei servizi informatici. Basilea 4 punta a stabilire un quadro più solido per la gestione dei rischi operativi, migliorando così la resilienza delle banche agli eventi imprevisti.

 

Basilea 4: qual è l'impatto atteso sulle banche

L'attuazione di Basilea 4 avrà implicazioni significative per gli istituti finanziari di tutto il mondo. L'aumento dei requisiti patrimoniali richiederà innanzitutto una rivalutazione delle strategie di gestione del capitale delle banche. Le aziende dovranno aumentare i loro coefficienti patrimoniali, il che, in teoria, potrebbe comportare un adeguamento delle pratiche di prestito e un potenziale aumento dei costi di finanziamento per i consumatori e le imprese. Gli istituti finanziari saranno in qualche modo costretti anche a orientare meglio i propri modelli di business nell'ottica di concentrarsi su aree altamente specializzate.

La maggiore attenzione alla trasparenza e all'informativa comporterà requisiti di rendicontazione più rigorosi, spingendo le banche ad adottare sistemi di analisi dei dati e reporting più sofisticati.

Inoltre, l'armonizzazione dei calcoli delle RWA richiederà alle banche di investire in soluzioni e processi che garantiscano una migliore raccolta dati, esplorando nuove, più efficaci metodologie di valutazione del rischio. E anche queste operazioni potrebbero determinare un aumento dei costi operativi. Un'ipotesi che vale specialmente per gli istituti più piccoli, che potrebbero riscontrare difficoltà a soddisfare i nuovi standard senza investimenti significativi in tecnologia e nuove competenze.

Sia chiaro che stiamo parlando di investimenti, e non di costi puri: nella valutazione dell'impatto che Basilea 4 avrà sugli istituti finanziari non si possono infatti trascurare i benefici concreti che nel medio e nel lungo termine deriveranno da una serie di fattori, tra cui l'aumento della fiducia degli stakeholder.

 

Migliorare la gestione del rischio operativo applicando i principi di Basilea 4

Il merito andrà innanzitutto ascritto alla revisione del processo di gestione del rischio operativo richiesta dal framework. Lo schema Basilea 4 introduce infatti un nuovo approccio per la misurazione dei requisiti patrimoniali a fronte del rischio operativo. Un cambiamento che mira a creare un quadro più coerente e comparabile per la valutazione del rischio operativo tra gli istituti, imponendo l’adozione di nuovi modelli standard per la misurazione dei rischi creditizi, di mercato e operativi.

Rispetto alla misurazione dei rischi operativi, vengono introdotte tre sostanziali novità: lo SMA (Standardized Measurement Approach), il BI (Business Indicator) e l'ILM (Internal Loss Multiplier). In particolare, il tema dell'ILM, di interesse per istituti con BI superiore a un miliardo di euro, impone di raccogliere in modo strutturato una serie di eventi di perdita (con profondità almeno di dieci anni) per ponderare il valore del BI e, di conseguenza, calcolare in maniera più sensibile l'accantonamento.

Le altre novità apportate rispetto al potenziamento della gestione del rischio operativo comprendono:

  • Una serie di strumenti standard per il calcolo del capitale a fronte del rischio operativo, che semplificherà il processo e migliorerà la comparabilità tra gli scenari di rischio elaborati dagli istituti. Questa nuova metodologia si baserà sul reddito lordo della banca, fornendo un collegamento più chiaro tra l'esposizione al rischio operativo e i requisiti patrimoniali. Le diverse componenti di rischio saranno inoltre considerate sulla base di evidenze maggiormente “risk sensitive”.
  • L'adozione di tecnologie avanzate come l'intelligenza artificiale, l'apprendimento automatico e l'analisi dei big data. Le piattaforme costruite su queste soluzioni possono aiutare a identificare i potenziali rischi operativi, a semplificare i processi di reporting e a migliorare le capacità di analisi degli scenari.
  • L'ulteriore implementazione di stress test – già previsti nei precedenti aggiornamenti del framework – per valutare l'impatto di potenziali eventi di rischio operativo. Questo approccio proattivo consentirà alle banche di identificare le vulnerabilità e di sviluppare piani di emergenza, migliorando in ultima analisi la loro resilienza alle interruzioni impreviste.
  • La promozione di una forte cultura dell'operational risk management a tutti i livelli dell'organizzazione. Ciò include l'integrazione della gestione del rischio nei processi decisionali, garantendo che tutti i dipendenti comprendano il loro ruolo nel mantenimento della resilienza operativa.

Come detto, il framework Basilea 4 diverrà vincolante in modo progressivo, con la deadline fissata al 2027. Ma trattandosi di una trasformazione – organizzativa, tecnologica e di processo – estremamente complessa è bene cominciare a predisporre una roadmap per affrontarla nel modo più efficace possibile.