Tutto ciò che devi sapere sul Risk Management bancario - Il blog di Augeos

Risk dashboard: quali indicatori tenere sotto controllo

Scritto da Augeos | 6 agosto 2020

Nel momento in cui si dà vita a una risk dashboard – ovvero un cruscotto unificato per il monitoraggio dei rischi operativi in cui può incorrere l'impresa – non basta limitarsi a seguirne insight, suggerimenti e linee guida: è necessario sapere esattamente quali indicatori – tra quelli su cui si innestano le piattaforme analitiche – vanno tenuti costantemente sotto controllo e, se il caso lo richiede, quali vanno aggiornati o cambiati. Nell'ambito del risk management, infatti, un'organizzazione che abbia deciso di puntare sulla gestione dinamica dei rischi deve monitore accuratamente gli elementi ed eventi che – rispetto a specifiche funzioni verticali così come in senso orizzontale, a livello quindi di ecosistema – possono fungere da Key Risk Indicators. Lo studio dei dati (storici e raccolti in real time) e il coinvolgimento degli attori che prendono parte alla filiera diventano in tal senso prassi quotidiane per chi intende adottare un approccio proattivo al rischio. Un approccio cioè che si ponga l'obiettivo di intervenire su processi, task e strumenti per mitigare le minacce e minimizzare tramite continui aggiustamenti di rotta l'impatto degli eventi potenzialmente dannosi per il business.

Gli indicatori, infatti, sono tutt'altro che statici: cambiano in funzione dello scenario in cui opera un'azienda, ma anche seguendo l'evoluzione che l'azienda stessa affronta per rispondere a nuove sfide ed esigenze di mercato. Di conseguenza, la risk dashboard va alimentata con dati raccolti, elaboratori e distribuiti in base a griglie logiche in continuo divenire.

 

Cosa significa adottare nuovi indicatori di rischio

Immaginiamo per esempio che un'azienda attiva nel settore del Retail decida di investire nelle tecnologie digitali e di ampliare la quota di business generata dall'ecommerce. Risulta evidente che se prima gli indicatori di rischio si focalizzavano essenzialmente sulle caratteristiche dello store fisico, sulle performance degli assistenti di vendita e sui temi della sicurezza all'interno e all'esterno del negozio, portando il focus sull'online si dovrà porre maggiore attenzione su altri topic: le infrastrutture saranno all'altezza dei picchi stagionali? Il magazzino si rivelerà in grado di gestire ed evadere in modo rapido e accurato gli ordini? Le soluzioni di cybersecurity adottate riusciranno a garantire la resilienza dei sistemi? Solo traslando i Key Risk Indicators sulle priorità che contraddistinguono i nuovi scenari, l'impresa riuscirà a valorizzare le attività di risk management.

 

Cambiare mentalità per cambiare indicatori: il valore delle risk dashboard

Un discorso del genere potrebbe suonare scontato, quasi banale, o addirittura superfluo. Ma non lo è affatto: è appannaggio dell'essere umano pensare di gestire una situazione del tutto inedita facendo leva sulle esperienze pregresse. E in una certa misura, questa convinzione ha anche un fondo di verità. Ma, mutatis mutandis, se l'intenzione è quella di minimizzare i rischi connessi alle nuove attività, logica vuole che occorrano anche nuovi parametri per raccogliere e valutare i dati che le descrivono sul piano analitico.

Le moderne risk dashboard basate su piattaforme di risk management centralizzate possono aiutare le organizzazioni ad affrontare questo tutt'altro che intuitivo cambiamento di mentalità. Potendo di solito disporre di moduli con funzionalità preconfigurate rispetto a verticali e processi specifici, i cruscotti riescono infatti a guidare gli utenti nella selezione degli indicatori, delle sonde e degli algoritmi che di volta in volta possono rivelarsi utili ai fini dell'implementazione dei modelli da adottare per una gestione dei rischi realmente dinamica. La facoltà di mettere alla prova, attraverso ambienti di test ad hoc, l'efficacia delle scelte effettuate costituisce un ulteriore elemento di semplificazione, e soprattutto si rivela strategica nel momento in cui bisogna confrontare scenari diversi e costruire modelli previsionali basati su Key Risk Indicators complementari, alternativi o del tutto nuovi rispetto a quelli utilizzati in passato.