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Risk management in banca: che sta succedendo in Italia?

7 ottobre 2019

I siti web dei maggiori gruppi bancari riportano una sezione in cui spiegano le azioni in materia di risk management in banca. Del resto, il risk management è destinato a diventare sempre più importante: l’esperienza delle crisi del passato, le normative e le disposizioni degli organi di vigilanza spingono i gruppi bancari a contemplare in misura sempre maggiore il rischio nelle proprie decisioni strategiche. La situazione è già nota da alcuni anni, documenti e dati ci permettono di raccontare lo scenario.

 

Storia del risk management in banca

Dagli anni Novanta le banche italiane hanno iniziato a mettere in pratica azioni di risk management. La situazione ha visto un’ulteriore evoluzione con le disposizioni del Comitato di Basilea, in particolare con l’entrata in vigore di Basilea II, l’accordo internazionale di vigilanza prudenziale firmato nel 2004, maturato nell'ambito del Comitato di Basilea. Il documento riguarda i requisiti patrimoniali delle banche, che devono accantonare quote di capitale proporzionate al rischio assunto, valutato attraverso lo strumento del rating. Nello specifico, i requisiti minimi patrimoniali devono coprire le perdite inattese dovute a tre categorie di rischi: rischio di credito, rischio di mercato, rischio operativo.

La lezione del 2008

Il risk management è però entrato nella quotidianità delle banche italiane dopo la crisi del 2008. Il periodo nero, infatti, ha mostrato come fosse determinante la strategia relativa ai rischi, che può avere effetti deleteri se non condotta con processi strutturati e strumenti adeguati. Un insegnamento per le banche, per sottolineare come un’accurata gestione del rischio permetta di preservare l’istituto da scenari catastrofici. Le autorità di vigilanza su richiesta del G20, hanno dovuto avanzare alle banche richieste per implementare il sistema di risk management: ha iniziato a farsi strada allora il concetto di risk management integrato, in quanto è stato sottolineato come fosse efficace un approccio al rischio basato sul coinvolgimento di tutti i livelli, ma anche come il risk management dovesse entrare nella definizione delle strategie.

Banca d'Italia e Risk Management

Questi passaggi vengono riportati nel documento “Il ruolo del risk management per un efficace presidio dei rischi: le lezioni della crisi”, intervento dell’allora Vice Direttore Generale della Banca d’Italia Anna Maria Tarantola del novembre 2011. Nello stesso testo della Banca d’Italia viene evidenziato che era dunque necessario dotarsi di un sistema di risk management, e che c’erano margini di miglioramento in alcuni ambiti specifici.

 

Come migliorare il risk management in banca

Già negli scorsi anni, come riportato nell’analisi della Banca d’Italia citata in precedenza, sono stati rilevati progressi interessanti degli istituti bancari italiani nei confronti del risk management. In particolare, l’ente ha individuato come i gruppi si siano dotati di un CRO – Chief Risk Officer, migliorando l’integrazione della gestione del rischio nelle procedure aziendali, ma anche definendo bene i ruoli del settore e attivandosi maggiormente per un esame più accurato dei rischi.

Tuttavia, nel documento la Banca d’Italia ha individuato per le banche italiane la necessità di una maggiore integrazione, così come di dotarsi di indicatori di rischi effettivi. Secondo l’ente è necessario un maggiore coinvolgimento dei manager, così come il bisogno di formazione e aggiornamento sui temi della gestione del rischio. Addirittura il documento sottolinea resistenze nei confronti delle attività del CRO, che invece devono essere agevolate da tutta la struttura in un’ottica collaborativa e di integrazione. Dal punto di vista metodologico, la Banca d’Italia individua l’importanza di aggiornare i modelli interni, come previsto dalla normativa, indicando che sono state individuate criticità nella verifica dei dati, per diverse cause (il documento indica tra queste strumenti informatici inadeguati, poche risorse).

 

I dati del risk management

Un report del 2014 dell’Osservatorio Anra - Associazione nazionale dei risk manager e responsabili assicurazioni aziendali - ha svolto una survey tra le aziende e i gruppi italiani per valutare il livello di implementazione delle pratiche di risk management. Il 17% del campione era rappresentato da banche. È emerso che per il 42% del campione, il livello d’integrazione del risk management è risultato essere di tipo medio, mentre per il 36% il livello era buono. Pochissime realtà hanno spiegato di non gestire in modo integrato il rischio.

Dall’analisi dell’Associazione emerge come il tema del risk management sia sempre più attuale per le banche italiane e che i modelli integrati si stiano diffondendo: per il 64% del campione la mappatura dei rischi avviene a livello corporate.

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Topic: Risk Management, Banking